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Welcome to hot august nights in Pattistock

16 Agosto 2015 Articoli per SenzaPatti


A torto o a ragione, per via di una serie di scelte dell’Amministrazione da me non condivise sul cartellone estivo, ho preferito snobbare quasi del tutto l’ormai classico “Tindari Festival”, ripromettendomi che non avrei messo piede in teatro (promessa fin qui mantenuta) finché non avessi visto un impegno maggiore nel valorizzare quanto natura e storia ci hanno consegnato; anche perché il mio compito – per quanto mi si dica che con le parole riesca a cavarmela discretamente – è quello di raccontare ed interpretare fatti con libertà e giudizio, non certo scrivere di aria fritta e indorare pillole amare per lisciare il pelo a qualcuno. Mi sarei invece ritrovato negli scomodi panni di Phil Connors (Bill Murray) in “Groundhog Day” senza però Andie MacDowell e, sopratutto, senza mezzi per fare il mio mestiere.
Però però però (c’è sempre un però ad infastidire chi magari pregustava un mio augusto – visto il mese, l’aggettivo sembrava calzante – silenzio)… sono un cittadino pattese e, come tale, mi sono sentito in dovere di esserci almeno per due fra le più significative (in termini di impegno sociale) manifestazioni estive; l’ormai consolidata “Notte della Cultura” organizzata dalle associazioni “Officina delle Idee” e “Amici di Salvatore Quasimodo” nella città vecchia, nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi (centro storico n.d.r.) ed il Concerto a Marinello di Gilda Buttà e Luca Pincini inserito dal direttore artistico Anna Ricciardi nel “Tindari Festival”.
Orbene, giusto oggi leggevo le rimostranze di un altro cittadino contro imprecisati concittadini che, a suo dire, “criticano negativamente tutto quanto si faccia a Patti, anche le cose che sono piacevoli, esclusive, belle ed originali”, invitandoli a cambiare residenza; tuttavia dovrò subito contrariare questo mio – per altro da me largamente stimato – buon concittadino, facendogli osservare che sì, anche nelle cose che sono piacevoli, esclusive, belle ed originali si insinuano sacche di negatività, che non sono lì per caso, che non è possibile ignorare, che non è neanche giusto ignorare, che sono lì perché è lì una certa forma mentis che, magari, non dovrebbe esserci.
Nello specifico, la “Notte per la Cultura” è cosa buona e giusta e gli organizzatori (associazioni) sono meritevoli di ogni lode ma è impossibile tacere la solitudine in cui questi stessi operano. La solitudine è tangibile nelle strutture chiuse, come l’ex Convento San Francesco con annesso museo della ceramica, come la chiesetta delle Clarisse alla Sacra Famiglia, così come casa Nachera, Vecchia Pescheria, Palazzo Galvagno, Seminario, Curia Vescovile, Museo Vescovile, Vecchio Carcere, Villa Comunale, il Santa Rosa etc. etc. La solitudine è tangibile nei vicoli dei quartieri di cui sopra che non sono illuminati neanche dai lampioni, dalle innumerevoli scalinate e viuzze dissestate, sommerse dalle erbacce o da ruderi o da interminabili lavori in corso. Queste solitudini fra le cose piacevoli, esclusive, belle ed originali, caro concittadino, non meritano critiche, gridano vendetta. Anche l’amore verso Patti di Gilda Buttà e Luca Pincini, la loro immensa arte e l’indignazione per la nota vicenda del servizio di “Striscia la Notizia” sono cose buone e giuste e degne d’ogni stima ma ma ma – eh già! I ma come i però “rompono i “cabbasisi” (come suggeriscono Cammilleri ed il concittadino) – anche qui gli spunti critici non possono non mancare. Un bus-navetta alle 19:30 per un concerto che si teneva alle 22:00 con due guide a piedi alle 20:45 e alle 21:30 mi fa pensare che la matematica non sia proprio il forte di chi ha organizzato la cosa; anche l’orario del concerto, se l’obbiettivo primario era quello di valorizzare la Riserva Orientata, non è che sia dei più indicati… si sa, di notte è difficile riempire “il web con le immagini di Marinello” e video à gogo come suggeriva lo slogan di chi ha organizzato il tutto. Ma non è neanche questo il peggio, questa è solo una cosa marginale che avrei anche potuto tralasciare per non fare inalberare ancor più il nostro. La cosa da evidenziare è anche qui la solitudine… sì, la solitudine di una solerte impiegata che, sola, reggeva l’unico lume che indicava la via a dispetto dei “faretti” che avrebbero dovuto indicare il percorso “per gran parte”, la solitudine di poche decine di sedie soccorsa da poche altre portate da un altrettanto solitario volontario… ah dovevate vedere che assalto alla solitudine! Per fortuna sono state confortate immantinente da morbi e caldi deretani (io, conoscendo i miei polli, mi sono munito di stuoia da mare oltreché di torcia come come consigliato dagli organizzatori). D’altra parte a Marina ci si lanciava in danze schiumate al 111 (party al quale ho preso parte anch’io dopo il concerto, anche con grande soddisfazione) e, forse, si voleva amalgamare l’atmosfera… o, semplicemente, mancavano impiegati comunali. Non mancavano invece, né nella stradina senza sbocco di Marinello né a Marina, i Vigili Urbani, che, con autentica dedizione, hanno inflitto multe a profusione a vetture, moto e motorini anche dopo la mezzanotte per un importo pari a 41 euro ciascuna (concerto gratuito, affitto di qualche sedia e di un pianoforte sbagliato sicuramente ripagato). Il concerto, nonostante tutto, è stato meraviglioso e ho potuto personalmente raccogliere le parole di solidarietà dei due nostri performers che allegherò in questo articolo. Meno bene il commento del Sindaco Aquino, più teso a difendere il suo direttore artistico da alcune critiche espresse in questi giorni da più parti che alla valorizzazione della riserva. A dirla tutta e con franchezza, questi “eventi” un po’ estemporanei, male organizzati, ex post e mai ex ante, solo per dare una parvenza di interesse, sono inutili e forse anche dannosi (questi sì) per l’immagine del paese.
Caro concittadino, so che abbiamo 12 chilometri di coste meravigliose fra sabbie, faraglioni, scogli, grotte, dune e laghi salati… ma anche questi 12 chilometri sono soli (e non solo per la mancanza di bagnini, strutture attrezzate e quant’altro). Anche le industrie presenti sul territorio sono sempre più sole ( le più importanti sono morte anzitempo e le nuove sono sempre più isolate e non decollano). Anche chi vuole e può fare è solo (la “Notte per la Cultura è un esempio lampante) e da troppi decenni ormai chi ricopre ruoli di rilievo in questo paese non è all’altezza della situazione.
Mi si dice poi di lasciar perdere queste cose, di lasciar perdere Patti, di lasciar perdere il Teatro di Tindari e di pensare a Furnari… ma che me ne frega di Furnari e del Vittorio Emanuele che è alla disperata ricerca di spettacoli per fare cassa. Patti e Tindari sono il mio paese e quel che vedo, sento, leggo e non leggo non mi piace per niente.
Mi dispiace dunque ma io non ho alcuna intenzione di tacerle queste cose né tanto meno di togliere il disturbo perché non sono Schettino e neanche un musicante del Titanic, ma la nave è in pericolo e serve sempre qualcuno che avvisti per tempo l’iceberg mentre gli altri ballano tranquilli… se c’è ancora tempo.
Qui due immagini emblematiche, rovine in solitudine e rincorsa alle sedie del volontario {gallery}Pattistock{/gallery}

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