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Perché l’Ucraina e l’Europa hanno già perso.

7 Aprile 2022 Senza categoria


In una “democrazia” non ci si dovrebbe sentire come Rosa Parks negli USA degli anni 50 per il semplice fatto di diffondere le proprie considerazioni, invero sempre circostanziate e documentate, e di condividere le proprie idee, i propri ragionamenti; ma tant’è, amen. Persino alcuni parenti mi hanno dato dell’idiota e del filo-Putin sol perché mi facevo delle domande, conoscendo la storia di quei luoghi ed avendone seguito tutte le vicende o vicissitudini nel corso degli anni.

La narrazione dell’interventismo atlantico nella guerra civile fra Ucraina e Russia iniziò con la ferma condanna dell’aggressione ad uno Stato sovrano, fra l’altro una Democrazia, magari imperfetta, ma Democrazia. Iniziò ad apparire su ogni schermo, in ogni canale, in ogni piazza, il faccione rassicurante e anche buffo del presidente ucraino Zelensky. Egli assurse presto a novello messia del portato di valori democratici dell’occidente. Si disse che non c’era alcun motivo per aggredire una pacifica nazione come l’Ucraina e, ok, ci sta, per chi, come me crede che la violenza della guerra non risolva nulla. Ma si andò molto oltre… si disse che non c’era la Nato in Ucraina, che non vi erano discriminazioni dei russofoni, che non c’erano nazisti se non una sparuta minoranza, che Zelensky è ebreo e non avrebbe potuto sponsorizzare i nazisti. Invece la Nato c’era, almeno una parte, quella composta da americani e inglesi, che da anni, almeno dal colpo di stato contro Janukovyc, finanziavano l’allargamento delle basi ucraine, fornivano armi e addestravano i soldati ucraini, anche i battaglioni nazisti. La maggior parte delle persone non solo non conosceva i fatti del Donbass, ma non conosceva neanche l’Ucraina se non per Shevchenko o per le badanti. L’opinione pubblica, sciaguratamente, venne a sapere che quella guerra non era scoppiata da pochi giorni, ma andava avanti da 8 anni, con stragi indicibili. Lì morì un giornalista italiano, Andy Rocchelli, ucciso dagli ucraini per ordine, stando ad alcune testimonianze rilasciate alla RAI all’interno dell’inchiesta Spotlight: la disciplina del silenzio, dell’allora comandante delle truppe ucraine in Donbass, Mykhailo Zabrodskyi, oggi parlamentare e membro del Gruppo per le relazioni interparlamentari con la Repubblica Italiana. Si scoprì poi che la Democrazia ucraina non era poi così democratica, in tempo di guerra, Zelensky ha spazzato via 11 partiti d’opposizione, fra i quali il maggior avversario, partiti che avevano anche rappresentanza in parlamento. Poi la legge marziale, la coscrizione militare obbligatoria per tutti gli uomini in età da combattimento, innescando persino il caso dei transgender. Ha armato i civili e sobillato il popolo alla resistenza armata. Non di rado, nei servizi degli “inviati di guerra” occidentali si sono viste persone legate ai pali con nastri adesivi o corde. Ricordo uno di questi inviati, uno de la 7, che, esterrefatto, chiedeva di una donna anziana legata al palo; gli fu detto che era una ladra, aveva rubato un tozzo di pane non si sa bene dove e le avevano appeso anche un bel cartello, lasciandola al gelo e al pubblico ludibrio. Scene di questo genere si sono moltiplicate in tutta l’Ucraina e abbondano filmati e foto di gente messa alla gogna, lapidata e costretta ai pali senza un processo. L’informazione è stata requisita dallo Stato ucraino e non c’è che un solo organo informativo. Sono uscite fuori cose orrende fatte dalla brigata Azov, come la tortura di civili del Donbass con tanto di marchio a fuoco della svastica nazista. Da ultimo lo stesso Segretario Generale dell’ONU, Gutierres, ha denunciato stupri da parte dei soldati ucraini nei confronti del personale di sesso femminile della croce rossa internazionale, con tanto di documentazione ed inchiesta dei delegati ONU. Ecco, questo non per giustificare i russi e le nefandezze che certamente anche loro avranno compiuto (difficile che siano vere quelle ascrittegli da ucraini e anglosassoni a Bucha), ma per dire che la guerra rende miserabili da ogni parte e che a perdere sono i popoli. Questo per dire che l’afflato democratico partito dagli anglosassoni e propagatosi, non si sa quanto spontaneamente o quanto per costrizione degli “alleati” in Europa, era semplicemente una messinscena, anche parecchio farraginosa. Insomma, quando ci si è accorti che il gioco non reggeva più, ecco sfoderare l’arma dei crimini contro l’umanità, come fu per la Jugoslavia, come fu per la Libia, come fu per l’Afghanistan etc. Gli americani non sono nuovi a stratagemmi simili. Quel che è peggio è che la stampa italiana parli praticamente con una voce unica, seguendo in questo la politica italiana ed europea. Nessuno si pone domande, tutti agiscono compatti con sanzioni e invio di armi, movimenti di truppe nelle aree sensibili, movimenti di flotte ed esercitazioni massicce. Nessuno che si premuri di inviare degli ispettori per accertare fatti che vengono invece dati per scontati, pur sapendo che gli inviati sono  seguito dell’esercito ucraino e che ai loro ordini devono rispondere prima di poter filmare qualsiasi cosa o intervistare chiunque sia. La Democrazia ucraina, già corrotta da lungo tempo e segnata da colpi di stato, epurazioni, divieti, scioglimento di partiti e movimenti, imbrigliata in una comunicazione accentrata, ha già perso ma quel che è peggio è che ha già perso anche la sbandierata Democrazia occidentale, Europea. Le voci dissonanti, che oggi si fanno vieppiù numerose, sono considerate scomode, estremiste, disfattisti, filo-dittatoriali. Intanto i governi fanno tutto fuorché quello per cui sono stati eletti (quello Italiano non è stato neanche eletto, a dirla tutta) e i parlamentari fanno il loro gioco, tranne una sparuta minoranza, in Italia sotto il ricatto del famigerato vitalizio. Mentre la Cina sembra, a confronto, la terra della moderazione e della pace, in Europa si susseguono scene di parlamenti trasformati in teatri di marionette per gli indecenti, osceni spettacoli di Zelensky e del suo padrone Biden, che, al pari, sputa parole di guerra e sbraita con la bava alla bocca e agli occhi (che si asciuga col fazzoletto) e punta l’indice, in ultimo davanti ai sindacati americani, dicendo che andrà in guerra con loro e per loro! Neanche Orwell avrebbe osato immaginare tanto.

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