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Il primo morto italiano di questa guerra.

10 Marzo 2022 Senza categoria


Donbass, regione di Donetsk, Slovyansk, Andreevka, Ucraina.

Andrea “Andy” Rocchelli, fotoreporter di “Cesura” e Andrej Mironov, dissidente e intellettuale russo, suo accompagnatore e traduttore, si recano a Slovyansk perché hanno ricevuto una soffiata. Da quelle parti sta accadendo qualcosa e, nonostante la propaganda governativa ucraina insista col dire che la città sia stata riconquistata dalla 95ª Brigata guidata dal Generale Mikhail Zabrodskyj, da quelle parti si continua a sparare; non solo, sulle colline di Slovyansk sono stati aggiunti dei mortai 2B9 Vasilek da 82 mm di fabbricazione sovietica e in dotazione all’esercito ucraino, per contrastare i separatisti filo-russi. Lì c’è un treno distrutto, posizionato lì per non fare sfondare i carri armati e impedirgl idi entrare in città. Sono 4 in tutto, Andy, Andrej, il reporter francese William Roguelon e il tassista; a questo quartetto si aggiunge un quinto elemento, un civile, Maxim Tolstoiy. Scendono dalla macchina e iniziano a scattare qualche foto. Lì sembrava non ci fosse niente, era una zona industriale, c’era la fabbrica delle ceramiche Zeus. Ad un certo punto, dalla collina l’esercito ucraino inizia a sparare raffiche di mitra, la macchina vine crivellata di colpi, i cinque si buttano a terra, in un fossato, poi iniziano i colpi di mortaio, in serie, ogni 4/5 secondi, ne piovono a decine, Andy continua a fare foto, ma piovono colpi ovunque, in tutto circa 30 colpi di mortaio sparati a raffiche. Hanno urlato “siamo giornalisti”, ma niente! Non si sono fermati, hanno continuato a fare fuoco finché non li hanno creduti tutti morti. William, ferito per primo, sviene. Quando si sveglia vede Andy che si muove un po’ per terra, ma è gravemente ferito, ha diverse schegge, una, letale, l’ha colpito all’aorta giugulare, e muore poco dopo, Andrej è immobile per terra, senza testa, i colpi lo hanno decapitato. Il tassista riesce a scappare ma William, ferito alle gambe, non riesce a raggiungerlo, si trascina fino a trovare una macchina e chiede un passaggio in ospedale, anche Maxim Tolstoiy riesce a scappare. William è riuscito con fatica a far ritorno in Francia.

Era il 24 maggio del 2014, a pochi mesi dal colpo di stato che, nel febbraio dello stesso anno, dopo le proteste dell’“Euromaiden” (piazza di Kiev assurta a simbolo della guerra), rovesciò il governo di Janukovic per sostituirlo con quello di Petro Porosenko, un attivista nazionalista fortamente anti-russo.

Nota storica da Wikipedia: “  Ne seguì un’ondata iconoclasta, similmente a quanto avvenne nei paesi baltici in seguito al crollo dell’URSS, i manifestanti anti russi abbatterono le statue di epoca sovietica, le amministrazioni cambiarono il nome dei luoghi pubblici che evocavano il passato sovietico e li sostituirono con i nomi dei collaborazionisti. Particolarmente emblematico fu l’abbattimento delle statue di Lenin e la loro sostituzione con quelle del collaborazionista Stepan Bandera. Anche la festa nazionale venne modificata, non più il 9 maggio, che è la Giornata della vittoria dell’URSS sul nazismo, ma il 24 agosto, Giornata dell’indipendenza ucraina dall’URSS. Ciò non avvenne in Ucraina orientale, dove anzi qualsiasi tentativo in tal senso era fortemente osteggiato dalla popolazione, che iniziò a mobilitarsi per staccarsi dall’Ucraina.[20][21][22]

La situazione per la comunità russa si faceva infatti sempre più difficile: le autonomie concesse dai governi precedenti vennero tutte revocate, l’uso e l’insegnamento della lingua russa vennero fortemente limitati[23] e iniziarono a diffondersi episodi di grande violenza nei loro confronti, il più celebre fu la Strage di Odessa del 2 maggio 2014, dove almeno 48 russi vennero bruciati vivi nella Casa del Sindacato.”

https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Donbass#Storia_del_Donbass

Sull’episodio di Andrea Rocchelli e dei suoi colleghi si è già espressa la magistratura italiana, con tre gradi di giudizio, evidenziando la colpevolezza dell’esercito ucraino. Purtroppo non sono stati ancora assicurati alla giustizia coloro che hanno eseguito questo crimine di guerra.

Interessante, al fine di identificare gli assassini e, parallelamente, di fotografare lo stato delle cose in Ucraina alla vigilia dell’invasione russa, il documentario- inchiesta prodotto da RaiNews24, Spotlight. La disciplina del silenzio. Inchiesta sulla morte di Andrea Rocchelli e Andrej Mironov.

Dall’inchiesta emerge chiaramente il lato oscuro dell’Ucraina, di una guerra scoppiata molti anni prima dell’invasione russa, che – non mi stancherò mai di ripeterlo, condanno fermamente – e che non è una guerra fra bene e male, fra imperialisti da una parte e democratici dall’altra. Zelensky non è un salvatore della democrazia e non è portatore dei valori europei come vuol far credere, piuttosto è esattamente in linea con quanto fatto da Porosenko, che ha diviso una nazione e ha seminato sangue fra fratelli. Zelensky inoltre, come Porosenko, non solo ha mentito sull’assassinio, ma ha, soprattutto, come sostengono i genitori di Andrea Rocchelli.

https://www.iltempo.it/attualita/2022/03/08/news/ucraina-governo-di-zelensky-ha-mentito-omicidio-andrea-rocchelli-fotoreporter-ucciso-nel-donbass-2014-30743175/

Testimonianze dal documentario Spotlight della Rai: Jura “I miei camerati non vogliono parlare perché hanno paura, sapere e parlare, putroppo, sono due cose molto diverse.” Secondo soldato“Sapete,qui ora le cose funzionano come in Russia, chi dice la verità finisce in prigione.”

Oggi soffia un vento di guerra prepotente, spinto da chi vuol fare dell’Ucraina un proprio terreno di caccia per risorse alimentari e minerarie, per gas e potere politico. In primo piano, a cavalcare e spingere questo vento, sono il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente americano Biden, entrambi in forte calo di consensi nei rispettivi paesi. Ma a volere la guerra mondiale sono anche i polacchi, oltre al folle presidente ucraino e alla stampa occidentale che ne segue gesta e follie. Venti di guerra spirano dalle pagine dei nostri giornali principali, Corriere della Sera e Repubblica in testa, dove un esercito di “giornalisti allineati” alla versione atlantica delle vicende non fa altro che seminare odio verso il popolo russo, fingendo di volere la pace e incitando all’armamento e alla rivalsa contro la Russia. A soffiare sul fuoco anche i principali partiti italiani, con in testa IV, PD, +Europa, Lega, FDI e M5S fazione Di Maio.

Tutto questo mi fa rabbrividire, perché la censura non è solo in Russia, la visione parziale delle cose non è solo in Russia ma è ovunque, anche nei media occidentali, che continuano a proporci una sola versione, quella della follia di un dittatore imperialista che vuole annettersi mezza Europa partendo con l’innocente Ucraina, Nazione portatrice sana dei buoni e vecchi principi democratici occidentali (americani). Ad ogni bomba di Putin in più c’è il pretesto per comminare sanzioni, inviare armi… tutti prodromi per una guerra su vasta scala, con tanto di minacce, neanche troppo velate, alla Cina, che imponga sanzioni alla Russia, con lo spauracchio delle centrali nucleari e delle bombe atomiche, con lo spauracchio di un’invasione imperialista russa e con l’inesorabile condanna di tutto ciò che è russo o che lo è stato… odio pur che sia, anche se verso scrittori di diversi secoli fa, anche contro musicisti e musica, contro culture e forme artistiche etc.

Anche nel mio paesino, nei palazzi del potere, campeggia una gigantesca bandiera ucraina, chiaro riferimento ad una presa di posizione politica che nulla ha a che fare con la solidarietà e col pacifismo e molto con altre cose decisamente più subdole. La pace non ha colore e torti e le ragioni non stanno mai solo da una parte. Sì, Putin ha fatto un grosso errore, ma lo si può convicenre a riabilitarsi, come scrive in una lettera aperta su “Il Fatto Quotidiano” Franco Arminio e Zelensky può tranquillamente governare il suo paese da fuori Ucraina, facendo cessare questa folle guerra fratricida e imponendo una resistenza non violenta, anche della popolazione. Nessun territorio può essere schiavo se non lo vuole e non c’è bisogno di sparare per cacciare il nemico, il nemico lo si può cacciare con la disobbedienza civile, in tante altre forme pacifiche, mantenendo identità e cultura. Ma qui andiamo oltre al detto, oltre la narrazione di parte (che sia russa o occidentale/angloamericana), qui ritorniamo alla volontà di costituire nuovi blocchi di potere e a pagarne le spese e solo e sempre la povera gente, in questo caso la povera gente d’Europa, alle prese con dei politici indegni e alla mercé dei soliti guerrafondai imperialisti. L’Ucraina era già in guerra da anni, solo ora ce ne accorgiamo, ma le vittime erano già tante, troppe, nel 2014. La guerra è una montagna di merda da qualsiasi parte la si combatta! Smettiamola di soffiare su un fuoco che già divampa nel cuore dell’Europa! Diciamo un no vero alla guerra!

https://www.raiplay.it/video/2022/02/Spotlight–La-disciplina-del-silenzio-Inchiesta-sulla-morte-di-Andrea-Rocchelli-e-Andrej-Mironov-89456a9f-20e4-4448-903c-9038d42eb503.html

Altre fonti:

https://www.repubblica.it/esteri/2014/05/25/news/giornalista_rocchelli_ucraina-87127526/?ref=search

https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Popolare_di_Doneck

https://espresso.repubblica.it/mondo/2022/01/31/news/andrea_rocchelli_andrej_mironov_morte_verita-335860890/

https://it.notizie.yahoo.com/ucraina-genitori-fotoreporter-rocchelli-solidali-064939039.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly9pdC5zZWFyY2gueWFob28uY29tL3locy9zZWFyY2g_aHNwYXJ0PWRjb2xhJmhzaW1wPXlocy0wMDkmdHlwZT1nc3BfaW1kb3dubG9hZGVyYl8yMV8yOV9zc2cyMSZwYXJhbTE9MSZwYXJhbTI9Y2F0JTNEd2ViJTI2c2VzaWQlM0QzMDZjNmJjODBkYTU1NGFhMTY5OWUwMzI5OWI4NjkzMSUyNmlwJTNEMTUxLjM3LjM0LjIwOCUyNmIlM0RDaHJvbWUlMjZidiUzRDk5LjAuNDg0NC41MSUyNm9zJTNEV2luZG93cy0xMCUyNm9zX3ZlciUzRDEwLjAlMjZwYSUzRGdlbmNvbGwwOSUyNnNpZCUzRGZkYTA4YTdhOWI2MzFmOTk4OWE2MWViZGNkMjMyN2ZlJTI2YWJpZCUzRCUyNmFiZyUzRCUyNmElM0Rnc3BfaW1kb3dubG9hZGVyYl8yMV8yOV9zc2cyMSUyNnNka192ZXIlM0QlMjZjZCUzRCUyNmNyJTNEJTI2dWlkJTNEJTI2dXJlZiUzRCZwPVJpbm8rUm9jY2hlbGxp&guce_referrer_sig=AQAAAMRDvbpKHML_m15MVogV_oyrKOByxd3SJkwWYB3WSRniOf29wdvzNpGpi-uuJSLwnHGFr97hEfJVrFiDyjZD1JPUFYopZUuMPObccGkfLy15DaYVYl3hFQshyYiOYbWnRdK8NNJvqysZaqIgNMZ9A6n_OTaaN8ztnQ1bR7JgOJL-

https://www.cesura.it/

https://www.huffingtonpost.it/daniele-scalea/strage-odessa-censura_b_5262168.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Euromaidan

https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_ucraina_del_2014

https://www.repubblica.it/esteri/2017/05/24/news/svolta_indagini_morte_andrea_rocchelli-166285348/

https://www-ilriformista-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.ilriformista.it/lo-sfogo-del-reporter-italiano-nel-donbass-lucraina-bombarda-da-8-anni-dove-eravate-283209/amp/?amp_js_v=a6&amp_gsa=1&usqp=mq331AQKKAFQArABIIACAw%3D%3D#ampshare=https%3A%2F%2Fwww.ilriformista.it%2Flo-sfogo-del-reporter-italiano-nel-donbass-lucraina-bombarda-da-8-anni-dove-eravate-283209%2F

https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Rocchelli

Nato a Pavia nel 1983, Andrea (Andy) Rocchelli si è laureato in Visual Design al Politecnico di Milano ed è stato tra i fondatori di Cesura nel 2008. Tra i suoi progetti fotografici più importanti, la documentazione delle violazioni dei diritti umani nel Caucaso russo (Inguscezia, Daghestan e Cecenia ); la crisi in Kirghizistan (2010) in collaborazione con Human Rights Watch, e le primavere arabe in Tunisia e Libia (2011).In Italia si è concentrato principalmente su fenomeni come le “showgirl televisive”, le vocazioni religiose, la criminalità organizzata in Calabria e le storie di migranti africani sfruttati nelle campagne del sud Italia. Le sue fotografie sono state pubblicate in diversi media internazionali come Newsweek, Le Monde, Wall Street Journal, Foreign Policy, Novaya Gazeta, Sportweek, NZZ e Kommersant. Nel febbraio 2014, era a Kiev a fornire prove documentali delle proteste a Maidan. Nel frattempo ha lavorato a Russian Interiors, un libro fotografico sull’universo femminile moscovita.Pubblicato dopo la sua morte, Russian Interiors ha vinto il World Press Photo 2015. Il 24 maggio 2014 Andy è stato ucciso in un attacco di mortaio ad Andreevka, alla periferia di Sloviansk (Ucraina orientale), mentre raccontava le sofferenze della popolazione civile in preda al conflitto tra separatisti filorussi e ucraini esercito. Anche il suo amico e compagno di viaggio, il giornalista russo e attivista per i diritti umani Andrey Mironov, è stato ucciso. Dal 2014 si tengono mostre personali del suo lavoro a San Marino, Montecarasso (Svizzera), Pavia e Roma. Rocchelli e Mironov hanno ricevuto il Premio Kamerton 2014 (Diapason).

«Adesso a Pavia, la città di Andy, c’è una piazza intitolata a lui. Immagino le mamme con i passeggini, i padroni con i cani al guinzaglio, i ragazzini che limonano su una panchina o che si passano una canna sotto alla targa che celebra Andy Rocchelli, mio fratello. Ed è una delle poche cose che mi fa venire il magone, perché dietro quella targa ci sono sentimenti vissuti affetti conoscenze esperienze in terre senza salvezza, aride, con al massimo un ultimo pezzo di cielo da fissare anche solo per un attimo. Quella targa mi convince ancora di più che gli eroi servono a tutti ma poi tutti se li dimenticheranno, diventano nomi e cognomi che non vale la pena ricercare manco su Wikipedia. Alla fine è solo una vita». A scriverlo è Gabriele Micalizzi, collega e amico di Andy, nel suo libro

“In Guerra (vita e battaglie di Gabriele Micalizzi, il fotoreporter sopravvissuto a un razzo dell’Isis)” nel capitolo dedicato ad Andy Rocchelli. Qui trovate un estratto

https://www.facebook.com/profile.php?id=100012157217722

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