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Analisi politica del voto a Patti.

13 Ottobre 2021 Armando Di Carlo Idee e Attualità


Potrei anche risparmiare tempo e impopolarità, ma, all’indomani del voto che ha visto la netta prevalenza dello schieramento di Bonsignore, la cui lista ha ottenuto il 38,4% delle preferenze (3079 voti), con uno scarto del 2,1% sul voto al Sindaco (36,1%, 2940 voti), un’analisi politica è d’obbligo.
Iniziamo con le note positive; i ragazzi di Adesso Patti, col loro lavoro certosino, hanno dimostrato che un voto fortissimo d’opinione, slegato dai vari pacchetti consolidati di voti stabili e consolidati, a Patti non solo esiste ma è prevalente, quando si riesce a coinvolgerlo ed entusiasmarlo. È stato proprio questo voto a marcare la differenza fra gli schieramenti in campo. Non è un caso che i candidati consiglieri più votati nella lista vincitrice siano proprio i due di Adesso Patti, Valentina Martino (514) e Salvatore Sidoti (508), consensi ancor più pesanti se si considera che entrambi erano alla prima prova elettorale in ambito comunale, asfaltando praticamente tutti, anche i più navigati, sia nel proprio che nello schieramento che ha ottenuto rappresentanza consiliare all’opposizione, eccezion fatta per una candidata della lista collegata ad Anna Sidoti che ha ottenuto oltre 600 preferenze (608 per Melina Virzì).

Un consenso, quello dei rappresentanti di Adesso Patti, costruito negli anni, con l’associazionismo, lavorando per e sul territorio. Essendo amico di vecchia data – perché nasconderlo?- sia dei due consiglieri di maggioranza eletti (Martino e Sidoti), sia della gran parte (anche tutta) degli altri membri del movimento, posso testimoniare la genuinità e la bontà di tale lavoro, con decine e decine di iniziative organizzate con le varie associazioni (delle quali ho fatto o faccio parte), come Officina delle Idee, Input, Nove Maggio etc.etc.
Ma non è solo questo; altre volte si era tentato, fallendo (vuoi per l’impegno di pochi, vuoi per inesperienza e scelte non fortunate, vuoi per disunità). Questa volta hanno creato il movimento giusto nel momento giusto, non sbagliando alcunché, non lasciando nulla al caso, anche approfittando di un arco di tempo maggiore, data la pandemia, per lavorare con più serenità.
Proprio questo impegno importante, questa massiccia mobilitazione,  avrebbe potuto, anzi, dovuto spingerli ad osare molto di più, avrebbe dovuto spingerli a dare la spallata che realmente serviva e che poteva essere concreta. In sintesi, l’impegno profuso avrebbe dovuto portare ad una corsa in solitaria di Adesso Patti. Se la sarebbero giocata, questa fondamentale partita, non a testa alta ma altissima (e i numeri lo hanno dimostrato).
Un conto è remare tutti nella stessa direzione, altro è avere compagni (che potrebbero, anzi sono di più) che remano in direzione opposta, un conto è essere ben protetti in gregge, con un buon pastore, altro è andare come un par di agnellini in mezzo ai lupi,  magari con uno spaventapasseri a posto del pastore.

Purtroppo la scelta è stata altra, è stata (e qui subentra la parte amare della mia analisi) quella dell’appartamento. Apparentamento con certe proposte politiche che, purtroppo, di nuovo non hanno proprio nulla e che, di contro, di vecchio hanno tutto.

Il vento di cambiamento non ha dunque avuto la forza di spazzare via granché; intercettato anche da certe cariatidi che, insensibili a qualsivoglia mutamento, restano lì, figure immobili, interessate solo alla propria persistenza in vita (politicamente parlando). Capita così che certi vecchi tromboni e trombati (alle precedenti elezioni), paradossalmente, proprio grazie a questa voglia di cambiamento, ritrovino il proprio posticino evergreen sul piedistallo.

Bonsignire con Mariella Gullo, appartenente al gruppo politico che fa riferimento a Luigi Genovese, figlio di Francantonio.

Ma la volontà di cambiamento è stata intercettata anche dalla terza forza in campo e non vanno sottovalutati altri dati importanti, come l’astensione in crescita rispetto alle precedenti elezioni e un cospicuo numero di schede nulle o bianche.

In tanti, nella nostra città, hanno promesso mirabilia, cambiamenti di tutti i tipi, che, una volta eletti, si sono dovuti scontrare con la realtà, cioè i gruppi di maggioranza. Ricordo, oltre ad Aquino, la cui maggioranza si è frammentata e disgregata via via, anche chi aveva un solo solido gruppo, Olivo, tradito dai suoi stessi compagni, alcuni dei quali, guarda caso, sono ancora eletti in consiglio, proprio nella lista di cui da parte Adesso Patti.

Niente comunque è perduto se non si seguirà il solito corso della “politica” pattese. I voti, i consensi, hanno un peso ed è giusto farli pesare se e quando (più quando che se) se ne presenti l’occasione.

L’inesperienza potrebbe portare a seguire consigli e campane di vecchio stampo (conosciamo certi andazzi in Consiglio Comunale, certe dinamiche…), ma tenendo, invece, il timone ben saldo, si potrà fare molto e bene, e questa è la speranza. La speranza è anche quella che si instauri una proficua collaborazione con le altre componenti “giovani”, che pure esistono al di fuori di Adesso Patti,  sia della maggioranza che dell’opposizione, per mettere sin da subito alle corde i soliti volponi. Mal si concilia infatti il cambiamento evocato dallo schieramento vincitore con molti, troppi, personaggi eletti fra le fila dello stesso.

Un dato curioso, ma non irrilevante ai fini della mia analisi, è che gli unici due candidati sindaco ad essere stati più deboli delle proprie liste siano stati proprio il vincitore ed il secondo arrivato, proprio per via della conformazione dei gruppi di potere all’interno di quelle liste; anche questo sintomo di quanto il cambiamento sia debole e vada necessariamente rinforzato, puntellato, perché non si disperda. Il cambiamento, nel nostro caso, è solo la componente Adesso Patti, stretta nella morsa delle vecchie logiche. Starà a loro scardinare il sistema o esserne fagocitati. Il rischio è quello di finire come i grillini, che volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno e, invece, inscatolati e a pezzettini, sott’olio, ci sono finiti loro… e poi anche divorati.

In conclusione, sì, il vento di cambiamento soffia, ma porta con sé odore di naftalina. Vecchi panni stanno lì a non esser mangiati dalle trame, quasi come nuovi, ma attenzione, la naftalina,  (naftalene), è altamente tossica per chi dovesse respirarla a lungo… si consiglia di gettare via panni e naftalina ed arieggiare bene l’ambiente.

Armando Di Carlo

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