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Patti: tempo di lacrime ed addii all’Istituto “Caleca” di Marina.

1 Settembre 2016 Articoli per SenzaPatti


No, non si tratta di un funerale, ma di qualcosa che, tuttavia, vi si avvicina molto; magari più simile ad una cerimonia afroamericana che ad una nostrana.
Autorità varie, consiglieri vicini alla maggioranza, parrocchiani, tutti radunati – prima nella chiesa di Santa Caterina e poi all’istituto “Edith Stein” – per porgere i saluti fra pasti vari, gelati e tante chiacchiere.
Stiamo parlando dell’addio alla Direttrice dell’Istituto, Eleonora Ballo, alla colonna portante di questi ultimi decenni dell’Istituto, suor Antonia Alessi e a suor Lina Vernucchio, tutte trasferite ad altra sede per ordine della madre ispettrice Francesca Pisciotta. Ufficialmente il trasferimento è stato dettato da normali esigenze di avvicendamento ; tuttavia, fra i parrocchiani della località marina, c’è chi ventila altre motivazioni, meno scontate, dipingendo scenari da romanzo di Dan Brown in salsa pattese, con tanto di protagonisti occulti quali Opus Dei e massoneria locale.
Queste le voci di popolo; quel che a noi appare evidente è il malcontento della comunità per il trasferimento di queste suore che, per molti, hanno rappresentato il cuore pulsante, l’anima, dell’Istituto educativo cattolico. Sembra, inoltre, che si si stia programmando, per lunedì alle 16,00, un ulteriore congedo al quale prenderanno parte i giovani del grest e della catechesi, i genitori e gli animatori, che potrebbe sfociare in una manifestazione di protesta.
La storia
Istruzione, formazione e beneficenza , questi i perni, i punti cardine dell’atto di donazione che la famiglia Caleca redasse intorno agli anni 70, quando già operavano la catechesi le suore Salesiane dell’Istituto Femminile “San Giovanni Bosco”.
Il futuro prossimo
Le suore, destinate chi a San Cataldo (come la direttrice Eleonora Ballo e suor Antonina Alessi, presso un istituto di nuova apertura – circostanza che, fra l’altro, ha destato non poche perplessità fra i membri della comunità chi a Barcellona Pozzo di Gotto (come suor Lina Vernucchio), saranno sostituite da altre sorelle salesiane che, almeno fino a fine primavera, dovrebbero mantenere in vita l’attività di catechesi. Poi, nei mesi successivi, le voci di corridoio, vorrebbero l’arrivo di minori extracomunitari non accompagnati.
La casualità
Proprio in questi giorni il Comune di Patti si è candidato per presentare un progetto per uno Spar per dodici minori non accompagnati ed ha, pertanto, presentato un avviso per una manifestazione di interesse per associazioni, cooperative, enti religiosi. Le manifestazioni di interesse per il servizio di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati dovranno essere presentate entro il primo settembre, mentre il bando del Ministero dell’Interno scade il 3 settembre.
Noi ci chiediamo: era proprio necessario aprire in città un ricovero per minori non accompagnati richiedenti asilo? Se è una questione umanitaria, di carità disinteressata, perché partecipare ad un bando comunitario? Si limiterà a soli dodici minori? Questa situazione coinvolgerà esclusivamente minori? Se dovesse essere realizzato questo centro, non verrebbero meno le clausole del lascito di Umberto Caleca? Se fosse così, forse la struttura dovrebbe tornare ai legittimi proprietari? Quale sarà il destino dell’Istituto Caleca?
Sembrerebbe che, per ogni minore, la cooperativa percepirebbe la somma di circa 10.000 euro l’anno, dunque un totale di 120.000 euro annui se moltiplicati per dodici. Non sono mancati infatti, in questi anni, nel nostro territorio, i Comuni volenterosi come Barcellona Pozzo di Gotto, Capo d’Orlando, Castroreale, Montalbano Elicona e Rodì Milici.
Noi continueremo ad interessarci alla questione.

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