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Patti: reso noto il cartellone della rassegna “Scenanuda” [Intervista a Michelangelo Zanghì]

14 Ottobre 2015 Articoli per SenzaPatti


E’ stato reso noto il cartellone della rassegna teatrale “Scena Nuda” curata dai gestori del Cineteatro Comunale “Beniamino Joppolo” di Patti.
Un cartellone di nove spettacoli, sotto la direzione artistica di Michelangelo Maria Zanghì, attore-regista presidente dell’Associazione “Filokalòn”, ai nastri di partenza da giovedì 12 novembre con una vecchia conoscenza della rassegna; si partirà infatti con Gianluca Cesale in “Un uomo a metà.”
Noi di SenzaPatti abbiamo raggiunto proprio il giovane regista Zanghì per avere più informazioni.
Michelangelo, puoi dirci qualcosa sulla rassegna? C’è o meno una punta di diamante in questo ricco calendario?
La stagione di quest’anno è qualitativamente straordinaria. Non so se ci possa essere una punta di diamante, di certo non c’è uno spettacolo migliore di un altro, ma sicuramente “Bar” di Spiro Scimone e Francesco Sframeli è stato un colpaccio: si tratta di due artisti di caratura mondiale, vincitori di innumerevoli premi tra cui l’European Film Awards (Oscar del Cinema Europeo), il Premio Ubu, il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia nel 2002, i nastri d’argento a Taormina. Pensa che la Compagnia Scimone Sframeli è stata insignita dell’onore di aver visto in scena un suo spettacolo alla Comedie Francaise (l’unico teatro di Stato francese e la più grande istituzione teatrale d’Europa) mentre il suo autore è ancora in vita; l’altro drammaturgo ad aver avuto questo onore è stato un certo Luigi Pirandello. Ma anche gli altri spettacoli sono straordinari: in scena ci sarà il magistrale attore campano Gianluca Cesale (già visto nella prima edizione di Scena Nuda con “Mamma”) che, diretto da Roberto Bonaventura (a mio parere uno dei dieci migliori registi in Italia), ci proporrà una commedia amara il cui protagonista è un venditore di articoli religiosi impotente. E poi ancora: il Coro Lirico Siciliano ci proporrà una carrellata delle più belle arie e duetti dell’Europa Barocca: anche il Coro è un’istituzione europea in campo musicale, basti pensare che inserirli in cartellone è stato difficilissimo per via delle numerose tournèe in America e Asia; proprio adesso si trovano in Cina. Poi avremo uno spettacolo il cui regista è niente meno che una star internazionale: Paride Acacia, attore divenuto celebre in tutto il Pianeta per aver interpretato Gesù in Jesus Christ Superstar di Massimo Romeo Piparo. Poi tanti altri spettacoli di una qualità eccelsa, dal concerto dei maestri del Trio Manana, alla raffinatezza di Monia Alfieri, senza dimenticare le tradizioni popolari dei cantastorie Fortunato Sindoni e Mauro Geraci, per concludere con uno spettacolo di teatro/canzone divertente e commovente di artisti geniali come Oriana Civile (cantante e attrice) e Ciccio Piras (chitarrista e organettista).
C’è anche il noto caso di Attilio Manca, in che modo se ne parlerà a teatro?
Lo spettacolo “Vina Fausa” si concentra sulla vicenda di Attilio Manca, giovane urologo di una città difficile – Barcellona Pozzo di Gotto. La vicenda del dottor Manca è uno dei tanti piccoli-grandi casi di cronaca che s’intrecciano con gli ultimi vent’anni della nostra Storia.
Attilio, brillante medico trentaquattrenne è stato trovato senza vita nel suo appartamento di Viterbo, città dove lavorava presso l’ospedale Belcolle, con due buchi nel braccio sinistro. Overdose si è detto. Suicidio, subito dopo. Ma nonostante la (presunta) verità che è stata accertata nel corso delle indagini e del processo, affiorano fantasmi che fanno rumore e che ci spingono a porci altre domande e cercare altre verità. Troppe le cose che non tornano, troppi i sospetti, troppe le coincidenze; troppo sangue per essere un suicidio, due duchi nel braccio sbagliato: Attilio era mancino. Forse la morte di Attilio, allora, non è solo uno dei tanti casi, ma un tassello di qualcosa di più grande che ha fatto dell’Italia ciò che è oggi, della Storia un mistero, degli italiani di prima dei complici, degli italiani di oggi dei dimentichi. Ma tutto sta in una scelta: bene o male. Non è così netta, non può esserlo, ma può essere una consapevolezza, prima di tutto, prima dell’attesa, prima del non sapere. Sulla sua morte un’ombra nera, nerissima: quella di Binnu, Binnu u tratturi, Bernardo Provenzano.
Teatro sperimentale, musica e qualità; come riuscite a coniugare queste tre cose?
Di sperimentale non c’è nulla: Drammaturgia con la D maiuscola e sulla Musica di qualità. Vogliamo proporre un teatro di grande valore, ricercato ma oltremodo fruibile dal pubblico di qualsiasi genere. Tre anni di Scena Nuda ci hanno dato modo di capire che si può proporre un Teatro di altissimo livello venendo, nello stesso momento, incontro alle esigenze del pubblico che vuole giustamente sia riflettere ma anche rilassarsi ed emozionarsi.
Quali le spese sostenute per questa stagione? Obiettivi e propositi rispetto agli anni passati? Da quale bacino attingi per gli spettacoli che proponi?
Sebbene non godiamo di alcun finanziamento pubblico, siamo riusciti a organizzare questa stagione grazie all’aiuto di numerose attività cittadine che hanno sostenuto il nostro progetto e grazie alla nostra testargaggine: tutti noi di Filokalòn diamo l’anima per Scena Nuda e per dare a Patti la possibilità di essere protagonista del Teatro in ambito nazionale: gli artisti che mi hanno proposto spettacoli per Scenanuda sono tantissimi, segno che – finalmente – il Teatro a Patti è rinato e senza falsa modestia il merito è per larghissima parte proprio dell’Associazione Culturale Filokalòn, la cui direzione ha portato il Cineteatro Comunale di Patti a livelli mai avuti in passato.
Ingine sono molto contendo di essere riuscito (con tantissimi sforzi) ad abbassare il costo degli abbonamenti: infatti abbonarsi a 9 spettacoli costa solo 50 euro in qualsiasi settore: è un ulteriore modo per avvicinare la gente al Teatro. Facendo questo mestiere stringi rapporti di stima e amicizia con gli altri che fanno questo lavoro. In tal modo i costi si abbassano vorticosamente… ma data la fortuna che ho, cioè di godere della stima e dell’amicizia degli artisti, non arriviamo nemmeno a sfiorare i 15.000 euro. Motivo per cui non sarò mai troppo grato ai nostri artisti: gente veramente di cuore. Senza il loro amore per il nostro progetto Scenanuda non esisterebbe.

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