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Patti- Pánta rhêi

6 Dicembre 2012 articoli per Scomunicando.it Idee e Attualità


Pánta rhêi scrivevano i greci, tutto scorre, passata anche questa lunga estate ecco scrosciare le prime piogge (accompagnate in vero anche da intense grandinate), abbondanti, eccole defluire vorticose lungo i torrenti, incanalate lungo gli argini, giù per le strade, arginate dai marciapiede e dai rifiuti cumulati ormai da giorni da giorni (visto il periodo, saranno lì forse a ricordarci l’avvento delle prossime bollette dei rifiuti?).
Tutto scorre anche a Patti dunque, e scorrono anche le interminabili code dei contribuenti che accorrono per farsi rateizzare le esose fatture della fornitura idrica lungo i corridoi degli uffici del Municipio.
Qui però si interrompe il nostro quadretto idillico, c’è infatti qualcosa che da qualche mese, nella ridente cittadina, non scorre più (o se lo fa, più che scorrere sembra singhiozzare trascinandosi lentamente per pochi istanti), e si tratta proprio dell’acqua “corrente”.
Da oltre tre mesi gli abitanti di molte delle vie e delle contrade del paese si trovano infatti a dover fronteggiare una vera e proprio emergenza idrica, in un primo tempo giustificata solo col perdurare della siccità.
Fra le zone più colpite vi è certamente via Agliastri (Marina di Patti), la quale sembrerebbe essere stata addirittura slacciata dalla rete idrica per via di un ingente guasto che da oltre tre mesi attende d’esser risanato.
Non bene le cose anche in altre vie, come la Andrea Doria, in Corso Matteotti, nella D’Amico, nella Orti, dove sono numerose le segnalazioni di carenza di acqua.
E’ di queste ore l’intervista che il Sindaco Aquino ha rilasciato ad un’emittente locale (Telepatti) sull’emergenza idrica.
Il Primo Cittadino spiega ai microfoni della collega Daniela Buttò che manca l’acqua per due ordini di motivi; il primo è di carattere contingente, dovuto al fatto che una siccità prolungata ha notevolmente impoverito le nostre fonti di approvvigionamento; basti pensare che – prosegue – su undici pozzi da cui normalmente attingiamo acqua, attualmente riusciamo ad emungerla solo da due pozzi e le sorgenti da cui emungiamo acqua solo per caduta sono pressoché asciutte e danno una portata inferiore di circa l’80% al normale; l’altro motivo, non contingente ma purtroppo un dato di fatto, è la vetustà del nostro acquedotto e della rete idrica in generale, una rete che è ormai molto datata. Le parti più antiche risalgono addirittura alla metà dell’ottocento, quelle più nuove invece alla fine degli anni 70 e che è cresciuta negli anni seguendo lo sviluppo edilizio, piuttosto disordinato, in maniera altrettanto disordinata, per cui è spesso irrazionale, funziona in maniera molto dispendiosa; basti pensare che tutte le pompe necessarie a farlo funzionare consumano più di 500.000 euro l’anno di energia elettrica con dei costi di manutenzione notevoli.
Dopo essersi appellato ai cittadini a che constatino di persona quante perdite ci siano sul territorio comunale così il Sindaco conclude: Siamo a lavoro, speriamo di poter risolvere il problema. Innanzi tutto speriamo che piova e poi, con una serie di interventi che abbiamo già programmato, speriamo di ammodernare l’acquedotto.
Incalzato dall’intervistatrice sulla prima delle motivazioni addotte per la carenza d’acqua – la siccità – Aquino ribatte: capisco che può essere avvilente per qualcuno sentir parlare di siccità, ma quella è la causa primaria, insieme all’inadeguatezza dell’acquedotto.
E qui c’è da fare un ragionamento serio, scevro da polemiche, da attribuzioni di responsabilità; quando ci siamo insediati, un anno e mezzo fa, abbiamo guardato quali progetti fossero stati realizzati e per i quali fosse stato richiesto finanziamento per il miglioramento della condotta; abbiamo amaramente dovuto verificare che non è stato richiesto nessun finanziamento.
Nel piano triennale – prosegue il Sindaco – dell’ATO 3, ATO idrico Messina, piano triennale 2010/2012, non è previsto nessun intervento per il Comune di Patti. Evidentemente non si è stati così lungimiranti da programmare il futuro.
Cosa stiamo facendo per questo; intanto una serie di interventi di piccola entità ma che stanno già portando dei benefici.
In contrada Canapè da 14 anni esiste un tratto di condotta che è più simile ad un colabrodo che non ad una condotta e abbiamo calcolato una perdita di 4 litri al secondo in questo periodo, che è quello di massima magra; stiamo sostituendo 200 metri di condotta e una vecchia condotta in ferro, senza protezione galvanica, con tutto quello che ne consegue.
Zona Carasi, viene servita dalle sorgenti di Muciotumo che producono una quantità d’acqua superiore a quella necessaria a soddisfare i bisogni; abbiamo realizzato un chilometro di nuova condotta per immettere l’acqua in surplus nella parte alta della città.
Abbiamo programmato e trovato i fondi ( 135.000 euro ) in un residuo di un vecchio mutuo degli anni 90 per realizzare dei nuovi pozzi, uno lo scaveremo nella zona del Timeto, uno a Lunardo e uno in contrada Ronzino.
Automatizzeremo i pozzi del Timeto; significa che, piuttosto che avere degli operai giorno e notte che controllano il regolare funzionamento degli impianti, questo controllo potrà essere fatto attraverso dei sistemi computerizzati liberando 8 persone che possono essere impiegate più utilmente in altre attività. Non solo, misureremo la quantità di acqua che emungiamo dai pozzi e quella che realmente andiamo a consegnare ai cittadini.
Questo per certificare che il nostro acquedotto è un colabrodo e perde circa la metà dell’acqua.
E’ importante questa certificazione perché per attingere alle provvidenze dell’Unione Europea ( 878 milioni di euro da qui al 31 Dicembre 2013). Abbiamo predisposto un progetto per rifare tutto l’acquedotto del centro eliminando le vaste perdite ( 1 milione e mezzo di euro – progetto già trasmesso alla struttura commissariale per l’emergenza idrica ).
Abbiamo predisposto un progetto per realizzare l’acquedotto nelle frazioni esterne e liberare 300 famiglie dalla schiavitù dell’autobotte.
Questi sono gli interventi concreti che si stanno facendo per risolvere il problema dell’acqua, non la crisi idrica di queste settimane dovuta soprattutto alla siccità, ma per risolvere veramente, una volta per tutte, il problema della distribuzione dell’acqua e portare Patti ad un livello di civiltà quantomeno accettabile nel 2012 – e conclude – per le situazioni emergenziali in alcune zone della città si sta provvedendo per il tramite delle autobotti, che certo non è il massimo; qualche cittadino dice che l’acqua puzza, non so se puzza l’acqua, certamente non è acqua potabile e questo determina già di per sé un problema.
Vengono utilizzate non solo le due autobotti comunali, che viaggiano sia di mattina che di pomeriggio attraverso i doppi turni che sono stati predisposti, ma abbiamo anche chiesto ed ottenuto l’ausilio di altri mezzi di altre amministrazioni, Comune di Librizzi e Guardia Forestale.
Per la verità in questi ultimi giorni non sembra esserci quella situazione di così enorme emergenza; sarà anche il fatto che abbiamo fatto ulteriori interventi, per esempio nella via Orti, nella via D’Amico e un altro si sta completando – credo che tra un paio di giorni si completerà – in via Agliastri.
Io chiedo ai cittadini di pazientare ancora qualche giorno fino a quando il livello delle falde non sarà risalito e fino a quando non verranno completati questi interventi così importanti che elimineranno o quantomeno ridurranno sensibilmente le perdite.
Queste in sintesi le parole dell’avvocato Mauro Aquino, le quali tuttavia non fugano tutte le domande poste in questi giorni da numerosi cittadini; fra tutte:
Da dove proviene l’acqua delle autobotti?
Come mai tale acqua è carica di terra e detriti vari che intasano le tubature e distruggono le varie componenti domestiche ( caldaie, rubinetti, autoclave etc.)?
In base a quali criteri vengono fatte le turnazioni delle autobotti?
Come mai non si è provveduto ad elencare soluzioni alternative all’autobotte per coloro che fossero sprovvisti di cisterne o le cui cisterne non siano raggiungibili dalle autobotti stesse?
Come mai non viene indicata espressamente in ricevuta la non potabilità di tali acque?
Armando Di Carlo

 

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