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Patti al centro del dibattito sul futuro della musica indipendente grazie al MEI

9 Agosto 2016 Articoli per SenzaPatti Interviste


Si è tenuta ieri, in località Grotte a Mongiove, una tavola rotonda sugli “stati generali della nuova musica” promossa dal MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti – alla quale hanno preso parte numerosi operatori musicali, organizzatori di festival da tutto il territorio nazionale, discografici e redattori di riviste specializzate. Al convegno tenutosi nell’ambito dell’Indiegeno Fest abbiamo preso parte anche noi di SenzaPatti.
Assemblea nazionale Assomusica e i numeri in crescita del mercato, proposta per la Legge sulla musica ed impegno del Mibact per la Festa della Musica di Mantova i principali temi del dibattito.
Chiara la domanda che si sono posti i congressisti: “Come far ripartire la musica live nei territori?”
Altrettanto chiare e condivise sembrano essere le linee guida, stando alla nota congiunta che recita: “Un anno fa ci siamo posti l’obiettivo di costruire un manifesto che proponga un “modello” da sottoporre agli enti locali. E abbiamo cercato di analizzare le criticità di chi lavora nel settore (non solo i musicisti e le band, ma anche gli operatori, le associazioni, gli stessi club e locali privati che ospitano live). Un anno dopo, facciamo il punto a Mongiove. Una premessa: siamo liberi cittadini che rivendicano il loro diritto alla buona musica. Non è una questione di addetti ai lavori, quindi. Sbloccare la creatività nei territori, grandi, medi o piccoli che siano – è il miglior modo di rendere vivibili e “sicure” le nostre città. Insomma, il nostro diritto ad avere una “città viva”.”
A dare il via alle due ore di discussione è stato il Producer e Direttore artistico della Leave Music Alberto Quartana che, concentrandosi in particolar modo sulla coordinazione, ha sottolineato quanto sia importante fare uno sforzo nel seguire una narrazione nell’organizzazione degli eventi ed aprirsi ad altre discipline.
Altri intervenuti sono stati Daniele C, musicista, fondatore e Direttore artistico del Resetfestival di Torino, Salvatore Presti, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Milazzo, regista e organizzatore di numerose manifestazioni, la fotografa Rossella Midili, organizzatrice del festival indie rock “Mish Mash” di Milazzo, Giordano Sangiorgi, organizzatore del MEI di Faenza, Livio Spallino, organizzatore del “Beat Full” festival di Palermo, Francesca Radicetta, Riccardo De Stefano e Francesco Galassi per la rivista “Exit Well” e Massimo Mafalvi, responsabile di uno studio di registrazione e collaboratore del Festival del Mare di Salerno.
In sintesi, si è fatto un punto sul documento prodotto durante i precedenti incontri e affidato alla Senatrice Ferrara e che ha avuto degli effetti positivi, portando ad una risoluzione parlamentare sulla Musica. Tale documento dovrebbe essere approvato dal parlamento entro ottobre. Tutti sono stati concordi nel sostenere che bisogna fare un percorso parallelo per semplificare gli eventi e per iniziare a far convergere diverse realtà, come i poli della ristorazione e dell’enogastronomia.
Alberto Quartana ha proposto la creazione di una rete che funga un po’ da guida Michelin per i festival.
Altra nota di rilievo, saltata fuori durante il dibattito, è quella relativa al totale disinteresse dei grandi media nazionali verso un settore che, al contrario, ha un grande peso e produce numerosi artisti che stanno rinnovando il panorama nazionale (ad esempio Motta e Calcutta, per citarne giusto un paio). Ci si è inoltre posti il problema della frammentazione dei pubblici in costante aumento e della conseguente perdita di riferimenti. Intento comune fra i partecipanti è quello di ricreare un pensiero su quello che si ascolta, una rieducazione allo spirito critico. Altro problema particolarmente sentito e indubbiamente spinoso è stato quello sulle pastoie della burocrazia, sulla conformazione legislativa che spesso ostacola o preclude possibilità di organizzare eventi all’aperto. Per concludere, la riflessione si sposta sul sostegno istituzionale verso tali attività e al possibile coinvolgimento di imprenditori lungimiranti.
Chiudiamo con alcune informazioni sul ddl per la disciplina delle attività musicali contemporanee popolari dal vivo presentato alla Camara.
L’obiettito del provvedimento – come si legge in una nota – firmato da 17 deputati PD è “fornire agli artisti, agli operatori e alle associazioni tutti gli strumenti normativi per generare maggiore creatività e ricchezza musicale: dal tax credit per gli investimenti, alla semplificazione dei processi amministrativi, ai finanziamenti agevolati per ammodernare le attrezzature, al riconoscimento della musica senza distinzioni di sorta quale leva culturale fondamentale per il Paese”.
“Il testo” – spiega in conferenza stampa a Montecitorio Roberto Rampi, deputato del PD e primo firmatario – “nasce fuori dal Parlamento, tra gli operatori del settore e raccogliendo l’appello di tanti artisti e cittadini. Ai lavoratori vanno garantiti diritti come la sicurezza sul lavoro, i contributi, il welfare. Quello della musica popolare è un settore industriale importante, un pezzo di impresa del Paese”, per questo il Parlamento “deve provare a fare un passo avanti”.
Molti gli artisti che approvano l’iniziativa e sperano in una rapida approvazione della legge. Amedeo Minghi non ha dubbi sulla bontà della proposta: “Sono cose che chiediamo da decenni a tutti i governi e nel frattempo il mondo discografico si è polverizzato. Mettiamo in moto un meccanismo economico enorme, ma gli artisti sono quelli che hanno meno ritorno e le cifre che si raccolgono sono notevolmente più basse di prima, soprattutto rispetto agli altri Paesi dell’Unione”. Sulla stessa linea Massimo Di Cataldo: “E’ una legge molto importante che riguarda i lavoratori. Fare musica è un mestiere e chi lo fa deve avere i suoi diritti come avviene all’estero”. Sottoscrive la proposta anche Noemi, che pensa in particolare “a chi suona nei locali e non ha una struttura di regole e leggi che li difenda soprattutto per quel che riguarda i contributi. Spero che si possa fare qualcosa per chi ha fatto della musica la sua vita e il suo mestiere: persone che fanno parte dell’Italia che lavora”. Il rapper Shade, infine, spera “che questa legge tuteli anche le generazioni più giovani”.
La proposta di legge consta di due articoli e prevede una copertura finanziaria di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2017. E’ appoggiata da tutto il settore della musica: dalle associazioni di musica dal vivo Assomusica, Arci e Rete dei Festival fino al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti, la kermesse italiana dei giovani musicisti emergenti.
Armando Di Carlo

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