On Air

L'ultimo Angolo Di Mondo Finito

Home

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato

8 Novembre 2012 Cinema


Eccoci dunque ancora una volta, a distanza di un decennio da “Il Signore degli Anelli – il ritorno del Re”, catapultati nella Terra di Mezzo per vivere le avventure di Hobbit della Contea, Nani, Elfi, maghi, orchi e creature mostruose di ogni ordine e grado.

Con “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” il cineasta neozelandese centra il quarto bersaglio consecutivo incollando il pubblico alle poltrone per quasi tre ore (2 ore e 45 minuti per l’esattezza).
Catturare nuovamente l’attenzione su vicende e personaggi dell’universo immaginario partorito dalla penna dello scrittore britannico successivamente alla trionfale trilogia non era cosa affatto semplice e scontata. Dopo aver stupito con paesaggi mozzafiato, con epiche battaglie entrate a buon diritto nel firmamento cinematografico, con la leggiadria e la bellezza di dame e musiche elfiche, ecco che Jackson cambia in parte registro – cosa, per chi avesse letto il testo, dovuta anche alla struttura narrativa della fiaba – concedendo molto più spazio a narrazione intimista e dialoghi, precisando tuttavia che anche in questo prequel non si fanno desiderare azione pura ( ad esempio la rocambolesca fuga, agevolata dalla velocissima biga di Radagast il Bruno trainata da conigli a far da lepre, della compagnia – 13 nani,Bilbo Baggins e Gandalf il Grigio – da orchi a cavallo di mannari, o ancora lo scontro coi Goblin e quello con Azog ) e paesaggi mozzafiato.
Visto quanto detto e considerato che è riuscito a soddisfare le aspettative dei lettori di Tolkien, di coloro che hanno guardato la trilogia del Signore degli Anelli senza aver letto i libri e anche di coloro che per la prima volta si sono affacciati al genere, sono sempre più convinto che Peter Jackson non sfigurerebbe come sesto fra i maghi custodi della Terra di Mezzo, un po’ come Dante sesto nella schiera di Omero, Virgilio, Orazio, Ovidio e Lucano.

Uscendo dalla sala del Cinema Comunale “Beniamino Joppolo” ho raccolto numerosi commenti entusiastici; fra essi c’è chi si è divertito a focalizzare l’attenzione sui vari personaggi dei Nani (avidi, comici, affamati, impacciati, rumorosi, testardi,migranti reduci da diaspora ma al contempo leali, intrepidi e grandi guerrieri), chi su paesaggi ed atmosfere tipicamente fantasy, chi ha gradito particolarmente la colonna sonora e le atmosfere da “medioevo alternativo”ed io stesso, devo dire, sono rimasto ampiamente soddisfatto sin dalle prime battute.

Coniugando la maestria del regista e la geniale letteratura epico-mitologica di Tplkien, è d’altra parte facile immaginare il perché di un così vasto consenso. Qualcuno avrà forse arricciato il naso dopo aver letto l’“ardito” paragone fra i 5 maghi della Terra di Mezzo e i 5 grandi autori classici del canto quarto dell’Inferno di Dante; ebbene, il naso gli si arriccerà di più, probabilmente, leggendo le mie prossime affermazioni. Ritengo infatti non solo che l’epica di Tolkien possa entrare a buon diritto nei migliori dizionari di miti letterari ma anche che la forza dell’epos di questo scrittore non sia dissimile da quella di Dante stesso e persino da quella di Omero. A tutti piace vivere avventure fantastiche e a tutti piacciono gli eroi. Nello specifico la magia immortale di Tolkien è quella che regala ad un “Hobbit” la forza di vivere avventure da eroe pur non essendo che un comunissimo mortale. Lo Hobbit non è altri che l’uomo comune; siamo noi, gente della “Contea”, amanti delle comodità, pantofolai, buone forchette, noi, quelli a cui non piacciono i guai ma che se dovesse occorrere… noi, quelli che, se dopo un: <> ,ci trovassimo coinvolti in un’avventura ci scopriremmo sì piccoli uomini, ma in grado di fare grandi cose, come Bilbo e Frodo Baggins. Ma in questa storia c’è molto di più del semplice eroismo, al di là delle apparenze c’è infatti tutto un bagaglio morale che scrittore e regista centellinano per grandi e piccini, dall’amore per la diversità all’inestimabile valore dell’amicizia, per non parlare infine delle straordinarie reinvenzioni e riscritture di storia e mitologia con la costruzione di un universo parallelo tanto fiabesco ed epico quanto saldamente legato ai valori più profondi e alle istanze più concrete dell’umanità.

Scritto da: Armando Di Carlo

0Shares

,

Share