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Indiegeno Fest, senza soste da Mongiove a Tindari. Questa sera Eugunio Finardi e altri giovani talenti del panorama indipendente.

9 Agosto 2016 Articoli per SenzaPatti Interviste


Ieri sole, mare, spiaggia e tutte le bellezze di Mongiove hanno fatto da sfondo alla quinta giornata del festival.
Ad ospitare la kermesse, come l’anno scorso, è stato il “Grotte Beach”, giunto quest’anno ai suoi 20 anni di attività.
Una giornata all’insegna della musica in tutte le sue forme, con, ad impreziosire, escursioni via mare della PFM, il MEI di cui abbiamo scritto in un precedente articolo e l’open – mic che ha dato la possibilità di mettersi in luce a tanti artisti della zona e oltre (fra questi, ad esempio, il cantautore locale Idrante Rosso).
Si è confermata altissima l’attenzione e la partecipazione di locali e turisti per i concerti di Turè Muschio, Alì, Tommaso Di Giulio, Alessio Bondì e Cesare Basile.
I ritmi mediterranei ddi questi cinque artisti hanno fanno danzare i presenti fino a tarda nottata; particolarmente apprezzato è stato il giovane Alessio Bondì col suo background africano.
Tutte cariche di soddisfazione le dichiarazioni degli artisti.
Alì ci diche: “Un’esperienza bella e, tra l’altro, anche molto suggestiva anche perché è un posto meraviglioso; a Grotte di Mongiove non ci ero mai stato, ero stato l’anno scorso a Tindari, al teatro, altro posto meraviglioso. Lunga vita a questo festival dall’impronta sicula! Ben venga promuore la musica siciliana ed inserirla fra quelle che stanno fuori dall’isola. Sono veramente sorpreso dalla reazione e dal riscrontro di pubblico, sin dal primo gruppo che ha suonato fino alla fine c’è stata un’affluenza bella, allegra e, sopratutto, attenta a chi sta suonando sul palco; non è sempre così per sfortuna. Per il prossimo futuro, il mio tour dovrebbe iniziare il 27 ottobre.”
Turè Muschio: “L’Indiegeno Fest è una cosa bellissima. Sono contento di parteciparvi, confrantarmi con alcuni artisti che non conoscevo, davvero bravi; mi fa piacere essere uno di loro ecco. Anche a livello nazionale, la musica indipendente ha bisogno di farsi ascoltare; le radio e le tv vanno per lobbies, non interressandosi alla qualità. Molte canzoni che passano per radio io non riesco ad ascoltarle. Fra ottobre e novembre qualche novità ci sarà per quanto riguarda miei nuovi lavori; io sono un po’ pigro, un po’ lento, non ho fretta in generale. Però, del resto, le cose vanno dette quando uno veramente ha qualcosa da dire, non mi va di forzare qualcosa che non c’è. Come De Andrè mi insegnava, anche ogni cinque, sei anni… forse è troppo, però, se lo fai bene, anche otto. Il punto è la qualità; quando mi sento pronto e sono sicuro (perché sono molto critico con me stesso) uscirà qualcosa.”
Alessio Bondì: “Sono contettissimo, c’è stata una bella risposta del pubblico. Dà una gioia incredibile fare un live del genere, con tutti che cantano e applaudono e ballano. Ognuno porta il suo mondo di bellezze, di paura, però per esorcizzarlo con la musica; anche io, anche i musicisti che suonano con me, lo facciamo. Tutti noi ci siamo sfogati questa sera, abbiamo esorcizzato, abbiamo buttato fuori un po’ di cose. Io sono amante dello scambio culturale, per cui la mia musica è più nera che bianca, i miei ascolti sono più neri che bianchi e la mia misuca si inseriva bene nella tematica dell’Indiegeno. Adesso concluderò il mio giro di Sfardo, questo disco, con maggiori energie per poi inziare la produzione del prossimo disco di cui ancora non so nulla; so che ho delle canzoni che mi piacciono tanto e che sono molto diverse da quelle che ho messo nel disco precedente. Vorrei fare qualcosa di bello e spero di riuscirci. Se mi chiamano, tornerò volentieri anche per il prossimo anno all’Indiegeno.”
Cesare Basile: “La cosa bella che noto è che ci sono diversi appuntamenti in Sicilia e l’Indiegeno è uno di questi ormai da qualche anno. Mi sembra di capire che è una sorta di Festival gestito direttamente da persone giovani, da ragazzi. Avverto una bella passione per i luoghi in cui il festival viene organizzato ed è molto vicino alle persone; almeno, io stasera ho avuto questa sensazione. Credo che in questo momento, non solo la nostra terra, ma il mondo intero, abbia bisogno di occasioni di socialità come questa. Il lavoro che abbiamo fatto col Teatro Coppola a Catania era simile, non era tanto riportare la cultura nei territori ma far capire che la cultura è proprio lì, nei territori ed è lì che bisogna andare a scavare,a piantare piccoli semi e a inventarsi diverse soluzioni per risolvere il problema del deserto che stiamo attravarsando, un deserto culturale che è anche un deserto di socialità. Bisogna creare occasioni in cui si riscopra l’altro da sé stessi.”
Fra circa un’ora l’Indiegeno proseguirà al Teatro Greco di Tindari con Francesco Motta, Dente ed Eugenio Finardi che festeggia i 40 anni di Musica Ribelle.
Armando Di Carlo

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