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Incontro pubblico con l’architetto Fornasari al San Francesco

11 Novembre 2011 Articoli per Il Gazzettino del Tirreno


Terminato l’incontro con l’architetto Fabio Fornasari, sembra essere grande la delusione fra quanti si ponevano la seguente domanda: “sarà l’uomo del Museo del Novecento che rivalorizzerà la nostra Città?”.
In realtà, più che su progetti e proposte concrete, la conferenza si è svolta all’insegna delle visioni – o meglio sarebbe della visione, la sua, quella dell’architetto – della realtà che ci circonda.
Suggestivo il quadro metafisico che Fornasari ha, man mano, progettato; incantevole l’architettura ideale, la costruzione mentale, delle “TERRE” e del “MARE”, unite insieme da un ponte, o meglio da un braccio o strada, che unisce in linea verticale i luoghi della memoria (leggasi centro storico, ma non solo) alla costa e, di conseguenza alle perle che stanno di fronte ad essa (Isole Eolie, petra n’mezzu u’mari, promontorio di Tindari etc.).
Fornasari si è poi concentrato sui modi di intendere la vita in città, guidandoci con mano nella sua visione e ricordando a tutti che la “città” siamo anche noi che la viviamo, noi siamo la sua storia insieme alle sue pietre. Sfruttando le poche domande o riflessioni (due per la precisione) del pubblico, l’architetto ha inoltre ricordato che bisogna sempre guardare avanti e ricordarsi che siamo noi a dare valore agli oggetti che ci circondano; se cade un antico castello la cosa è senz’altro deprecabile, ma è anche stimolo costruttivo a guardare avanti, a progettare nuovi mondi, in sintesi a guardare avanti, ricorda infatti Fornasari “che anche noi, come gli edifici, non siamo eterni”.

Tuttavia, abbandonando il piano metafisico, su quello concreto, materiale, nessun suggerimento è stato dato dall’architetto su come utilizzare le strutture esistenti e su come rendere più attrattivo il paese, premettendo che non serviva certo l’opinione dell’internazionalmente apprezzato architetto per sapere che uno dei problemi di cui soffre il nostro paese consiste nel fatto che le varie parti che lo compongono siano poco legate fra loro. Anche alla richiesta del Sindaco, il quale chiedeva una sua collaborazione fattiva volta alla valorizzazione del patrimonio culturale – ed in particolare dei due edifici “San Francesco” e “Palazzo Galvagno”, la risposta non è pervenuta.

In molti, pur apprezzando le parole del Fornasari, hanno lamentato la carenza di proposte concrete, realistiche e pronte da eseguire, ritenendo che in questa fase sia più opportuno concentrarsi su proposte pratiche, che diano immediato impulso alla crescita e alla valorizzazione di Patti.
In questo contesto, tengo a ricordare che chi scrive, per uno di quegli edifici (San Francesco) elaborò, in collaborazione con vari artisti e galleristi, un progetto legato all’arte contemporanea (ma non solo) che attualmente giace nel dimenticatoio.

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