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Conferenza“Dal sistema delle villae al Patrimonium Sancti Petri: il ruolo dei vescovi e degli aristocratici” inserita nell’ambito del progetto “Lux in Villa pactensi”

4 Dicembre 2011 Articoli per Il Gazzettino del Tirreno


Si è tenuta, nella serata di stasera, la conferenza “Dal sistema delle villae al Patrimonium Sancti Petri: il ruolo dei vescovi e degli aristocratici” inserita nell’ambito del progetto “Lux in Villa pactensi”.
Il primo a prendere la parola, in un Auditorium San Francesco particolarmente gremito, è stato il Dott. Cristian Aiello, nella doppia veste di moderatore e co-ideatore del progetto, il quale ha subito posto l’accento sull’invisibilità dei beni culturali nel nostro territorio e, più in generale in Italia. Aiello spiega come si possa trasformare questa “in-visibilità” in “risorsa”, evidenziando come un bene culturale “non valorizzato” o “non tutelato” debba essere valorizzato dall’intera comunità; a tal proposto pone l’accento sulla campagna di sensibilizzazione del MiBAC “se non lo visiti lo portiamo via”, claim provocatorio per incentivare alla fruizione dei beni culturali. “Perché un sito sia fruito occorre la giusta comunicazione e un’analisi approfondita dell’identità del posto” continua Aiello, elencando le linee guida di questo percorso: Symposia, Editoria, Nuove Tecnologie.
Lancia subito alcune proposte, come quella di passare “dal locale al globale”e quella di “creare un portale che interagisca con i siti delle altre ville romane della Sicilia che già dispongono di portali fra loro coordinati”; sottolinea come non possano e non debbano essere solo i pattesi ad usufruire della Villa Romana e come sia indispensabile la realizzazione di un indotto ( scuole, istituti, attività turistiche etc… ) che “possa mettere in luce il sito archeologico”.
Interviene subito dopo il Sindaco di Patti, Avv. Mauro Aquino, il quale ringrazia i due ideatori del progetto ( Cristian Aiello e Antonella Giardina ), il Dott. Umberto Spigo, Direttore del Parco Archeologico sole Eolie, Milazzo, Patti e Comuni Limitrofi, sottolineandone la frequente presenza nel territorio cittadino e, infine, la Prof.ssa Mariarita Sgarlata.
E’ poi la volta del Dott. Umberto Spigo, il quale accoglie positivamente l’iniziativa e le proposte degli organizzatori dell’evento.
Prende in seguito la parola la Dott.Antonella Giardina, co-ideatrice del progetto, la quale illustra la nuova disciplina nata dalla convergenza fra Identity Design e archeologia, “disciplina nella quale il linguaggio archeologico si fonde con quello del design”. Anticipa alcune azioni congiunte che è possibile intraprendere tra Design e Archeologia, si sofferma poi a spiegare, tramite la proiezione di varie slide, quale sia il ruolo giocato dal design, ruolo fondamentale per la valorizzazione dell’identità della Villa Romana, identità storica, archeologia e artistica, e, successivamente, apre un’ampia parentesi nella quale analizza quanto si sa sulla Villa Romana di Patti Marina.
E’ infine il turno della relatrice del convegno, la prof.ssa Mariarita Sgarlata, Ispettore della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e Docente di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università degli Studi di Catania. La professoressa introduce l’argomento centrale del convegno – di cui ricordiamo il titolo: “Dal sistema delle vllae al Patrimonium Sancti Petri: il ruolo di vescovi e degli aristocratici” – con una lunga – e forse un po’ troppo tecnica – carrellata di eventi che hanno coinvolto la Sicilia dal 320 d.C. fino al basso- medioevo, analizzando la formazione delle ville lungo le vie costiere ( e non solo ) e soffermandosi in particolare nell’esaminare gli eventi legati al sacco di Roma ( 410 d.C. ) ad opera di Alarico e dei suoi Visigoti, convincendo una gran parte dell’aristocrazia romana a trasferirsi in Sicilia; proprio questa è la parte più vivace del racconto della professoressa, in cui si narra della grande statua di Zeus ( paragonabile per grandezza al colosso di Rodi ) posta sul porto di Messina per difendere la Sicilia dalle invasioni esterne, cosa che indusse i romani a trovare riparo nell’isola e che, in base alla tradizione, fece desistere Alarico ad affrontare il mare e lo convinse a risalire lungo la Calabria, che morì poco dopo e fu seppellito in quella stessa regione, nel letto del fiume Busento a Cosenza. Sarebbe qui troppo impegnativo riportare per intero l’interessante excursus della Professoressa Sgarlata, la quale ricorda che fu solo dal 500 d.C. che la Chiesa ebbe un ruolo rilevante in qualità di attore politico, ordinando cronologicamente l’intero iter che vide il passaggio dal sistema delle villae aristocratiche a quello gestito dai vescovi.
Va segnalata qui, per dovere di cronaca, la perplessità di alcuni dei presenti in merito alll’intervento della professoressa Sgarlata, i quali hanno lamentato una certa mancanza di attinenza di quelle, seppur interessanti, argomentazioni con le problematiche relative alla Villa Romana di Marina di Patti.
Riprende in seguito la parola il Dott. Umberto Spigo, il quale, certamente prevedendo e prevenendo le domande che avrebbe posto il pubblico, ritorna sulla pressante questione della Villa Romana.
“Non possiamo considerare la Villa di Patti Marina slegata dal territorio di Tindari” pertanto, aggiunge il direttore del parco archeologico, “si deve integrare la visita agli scavi di Tindari con la visita della Villa”; continua ribadendo che “ci sono stati degli elementi importanti per valorizzare la Villa, uno è stato quello dell’apertura dell’Antiquarium, certamente da integrare con supporti didattici; un altro elemento che ha voluto accentuare il valore della Villa è quello della copertura, realizzata con fondi europei del 2006”. Ammette la problematica legata alla copertura stessa, però dichiara: “la stiamo affrontando con un intervento d’urgenza, sarà l’architetto Mammuccia che curerà gli interventi”, e prosegue “alcune spie dell’urgenza le abbiamo avute dalle avverse condizioni climatiche di questi giorni, stiamo verificando l’intervento più efficace a medio-termine. Dobbiamo risolvere il problema delle infiltrazioni”. Poi, esaminando la criticità della pulizia, osserva: “sperando che quando il Parco entri a pieno regime, si possa attingere a finanziamenti diretti, già, col Comune, nell’ambito delle risorse del 30% degli ingressi di Tindari e Patti, abbiamo fatto interventi sinergici, che non possono però essere esaustivi. Si contava sui travagliati servizi aggiuntivi, ovvero tutto quello che è legato alla vendita, alle visite guidate, alla caffetteria etc.., però la gara è andata deserta perché c’è stato un solo concorrente e c’è, tuttora, un contenzioso fra l’Assessorato ai Beni Culturali e il contendente. Se ben coordinati, possono essere elementi importanti”. Ammette inoltre la criticità rappresentata dalla mancanza di pubblicazioni sull’articolazione della Villa, sulle relazioni col territorio, l’assenza della planimetria e dell’approccio stilistico: “Manca la pubblicazione di scavo e una documentazione puntuale delle decorazioni musive. E’ una questione di sinergie. Stiamo cercando in tutti i settori del Parco di portare avanti una linea di approfondimento scientifico, stiamo procedendo ad una scrematura, iniziando dal peristilio della Villa. Per quanto concerne il problema del sito internet, sappiamo che sono tutti legati ai rispettivi parchi archeologici, lo dobbiamo fare anche noi, siamo d’accordo a legare, tramite internet, tutte le ville della Sicilia” commenta laconico. Anche il Sindaco Aquino, rispondendo ad una delle domande degli intervenuti, ribadisce che “non c’è emergenza per quanto riguarda la pulizia”.
Nel complesso una conferenza interessante, che ha, come da progetto, fatto un po’ di “luce” su alcuni aspetti della Villa Romana di Patti, aprendo un capito di un libro su una parte purtroppo da troppo tempo in “ombra” della nostra storia.
Ma questo era solo il primo capitolo del libro, infatti, i due ideatori del progetto “Lux in Villa Pactensi”, hanno volutamente svelato solo in parte alcune delle loro idee, che a noi sono piaciute ed è per questo che siamo ansiosi di poter leggere gli altri capitoli e continuare a far “luce” sulle molte domande che ancora restano: cosa succede? Cosa hanno in mente Cristian Aiello e Antonella Giardina? Cosa hanno pensato un teorico e deigner dell’identità visiva ed un giovane studioso si archeologia in merito alla valorizzazione della Villa Romana di Patti? Qual è , in concreto, l’azione congiunta che è possibile realizzare tra Design e Archeologia?

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