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Cerimonia di intitolazione del cine-teatro al drammaturgo Beniamino Joppolo

24 Dicembre 2011 Articoli per Il Gazzettino del Tirreno


Si è svolta questa sera, in una sala del Cine Teatro “Beniamino Joppolo” particolarmente gremita e attenta, l’intitolazione della struttura comunale al drammaturgo pattese.
L’evento è stato occasione per un vero e proprio simposio artistico-letterario come, in paese, non se ne ricordavano da parecchi, troppi, anni.
Un ricco parterre di illustri e squisiti ospiti, dal professor Natale Tedesco, sommo conoscitore dell’opera di Beniamino Joppolo, al giovane e validissimo dott. Salvatore Presti, direttore del “Circuito del Mito”, senza dimenticare il figlio di Nato Sciacca, parente di Joppolo, che ha portato con se, regalandocela, una viva ed incisiva testimonianza diretta dell’uomo Beniamino Joppolo prima che dell’artista – testimonianza dei suoi occhi penetranti, del suo talento spesso “volutamente” incompreso, della profonda cultura – passando poi per l’eccellente conduzione della giornalista RAI Tindara Caccetta ( allieva del grande ed indimenticato maestro Enzo Biagi ), anche appassionata attrice e fine conoscitrice di teatro, per finire con le suggestive, magnetiche interpretazioni con cui Siravo ha pervaso la sala d’aromi joppoliani. Padrone di casa il Primo Cittadino Aquino, il quale ha nuovamente sottolineato come sia stata finalmente colmata una lacuna nella vita culturale di Patti e, approfittando dell’occasione, ha ricordato l’ottimo lavoro svolto dalla dott. Anna Ricciardi nell’allestimento del cartellone della nuova Stagione Teatrale invernale.
Da troppi anni il Teatro attendeva d’essere intitolato e giusta ci sembra la scelta, doveroso tributo
non solo al valore del singolo, straordinario e poliedrico artista, ma all’avanguardia tutta, soprattutto quella Futurista e Spazialista. A tal proposito, illuminante riteniamo l’invito, partorito sul momento, che il professor Natale Tedesco ha rivolto all’Amministrazione, esortando a che in futuro questo palcoscenico, a lui intitolato, possa ospitare anche rappresentazioni delle opere di Joppolo, troppo poco rappresentate in Italia secondo il professore, che, fra l’altro, fa rilevare come sia proprio l’assiduità nella rappresentazione che rende celebri gli autori. Joppolo seppe suscitare l’interesse di maestri assoluti come Roberto Rossellini e Jean Luc Godard, dalle cui opere trassero rispettivamente una riduzione teatrale e un film, ma tutto ciò fu sporadico ed è per questo, oltre che per l’intrinseca difficoltà di portare in scena le sue opere, che egli non è noto al grande pubblico come invece meriterebbe. L’idea lanciata dal professore potrebbe inoltre, a mio avviso, dare un impulso decisivo all’attività teatrale locale, con giovani compagnie che potrebbero dedicarsi e far sviluppare a Patti il teatro sperimentale.
Concludendo, non dunque di una formale cerimonia, non di sterile accademismo si è nutrita questa serata, ma di genuina passione per l’arte, per la cultura e certamente per un uomo che di questi due elementi si è nutrito e ha poi nutrito il suo paese natale. La speranza non celata, se non l’esigenza – dopo anni di devastante, annichilente abbandono, che ha generato voragini di indolenza e torpore e un mostruoso medioevo sociale prima ancora che intellettuale – è che possa essere tutto questo solo il primo seme di una nuova stagione culturale, che germogli infine in una nuova primavera, perché no, magari all’insegna del contemporaneo e dell’avanguardismo.

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